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Allattamento: dal seno al biberon senza stress

18/10/2024

Tutte le ricerche scientifiche in ambito pediatrico concordano nel raccomandare l'allattamento al seno perché il latte materno contiene tutti gli elementi nutritivi di cui il neonato ha bisogno per crescere sano e forte. Tuttavia, ogni situazione è unica, e l'uso del biberon può essere una valida alternativa o integrazione in caso di necessità o preferenze personali.

Gli esperti consigliano di attaccare il neonato al seno subito dopo il parto. L’attaccamento precoce del piccolo al seno, infatti, stimola la montata lattea e gli permette di nutrirsi del colostro. Questo particolare tipo di latte, dal colore giallastro e dalla consistenza cremosa, viene prodotto in piccolissime quantità dalla mamma ed è spesso definito il ‘primo vaccino’ del neonato, perché è particolarmente ricco di anticorpi come l'immunoglobulina A (IgA), che protegge il tratto gastrointestinale del bambino da infezioni e aiuta a costruire il suo sistema immunitario

Nei primi giorni, è normale che il bambino sembri 'pigro' e che l'allattamento sia frequente. Tuttavia, queste poppate frequenti sono essenziali per stimolare la produzione di latte e rafforzare il legame tra madre e bambino. Ogni neonato si adatterà gradualmente al ritmo di allattamento più adeguato.
Dopo i primi giorni di adattamento all'allattamento, alcuni genitori potrebbero considerare il passaggio al biberon per motivi di praticità o necessità.

Il passaggio dal seno al biberon può essere considerato dopo le prime sei settimane, ma non esiste un momento ‘perfetto’. Se la madre deve tornare al lavoro o se preferisce un’alimentazione mista, esistono oggi tettarelle in morbido silicone dal design ergonomico, che riproduce il capezzolo della mamma che allatta, come quelle della linea Perfect Match di NUK, che facilitano una transizione graduale e confortevole.



Qualora si decida di allattare al biberon è bene continuare a somministrare latte materno, perché questo cambia con l’età del bambino e si adatta alle sue esigenze. A tal scopo avrete bisogno di un tiralatte manuale o elettrico e di contenitori per la conservazione. 

È fondamentale etichettare sempre i contenitori con la data e l'ora dell'estrazione. Il latte materno si conserva a temperatura ambiente per 6/8 ore, in frigorifero per 2/3 giorni (meglio nei ripiani interni), e fino a 6 mesi nel congelatore. Quando si scongela, è importante farlo a temperatura ambiente o in frigorifero, e riscaldare il latte a bagnomaria o con uno scaldabiberon, senza mai superare i 37°C.

Se incontrate difficoltà nell’allattamento, non esitate a chiedere il supporto di un consulente professionale in allattamento. Molti ospedali offrono supporto post-parto per aiutare le mamme a superare eventuali ostacoli iniziali.

Il latte artificiale dovrebbe essere considerato solo dopo aver consultato il pediatra, soprattutto se il bambino non cresce a sufficienza o se la madre sperimenta problematiche come ragadi o mastite. Oltre a condizioni come ragadi o mastite, l'uso del latte artificiale potrebbe essere necessario anche in presenza di specifiche condizioni mediche della madre o del neonato che rendono difficoltoso o impossibile l'allattamento al seno.

È importante ricordare che l'obiettivo principale è garantire che il bambino riceva una nutrizione adeguata, che sia attraverso il latte materno o artificiale.
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